Il suono della chitarra se dato in pasto direttamente a un amplificatore, per quanto questo sia bello e performante, difficilmente soddisferà a pieno un chitarrista. Vuoi che sia perchè manca di effetti di spazialità come riverbero e/o delay, o perchè magari sia un monocanale e manchi quindi quel crunch/lead che tutti o quasi desideriamo, c’è sempre qualcosa che manca. Magari invece il riverbero e il secondo o terzo canale ci sono, ma non sono quello che desideriamo per scolpire il nostro suono. Oppure va bene tutto, ma manca ancora qualcosa come magari un flanger.

Insomma: tutti i chitarristi hanno SEMPRE una pletora di pedali esterni da buttare in pasto all’ampli per scolpire il proprio suono! 😀

Questi piccoli cosini colorati che scatenano una G.A.S. mostruosa ci portano però un problema logistico: dove li mettiamo?? Se siamo a casa mica ci mettiamo a cablare la catena di effetti ogni volta che ci mettiamo a suonare! Il tempo è poco, magari siamo pigri, ecc… Se invece andiamo a suonare fuori, beh ancora peggio!

Ecco che una bella pedaliera dove mettere tutto già cablato e a posto… diventa una necessità praticamente imprescindibile.

In quest’articolo parlerò di una pedaliera rigida a mio avviso molto pratica, in quanto leggera per le dimensioni (è in ABS o plastica, non legno o metalli vari), estremamente capiente e moooolto resistente, praticamente una corazza antiurto impenetrabile: la pedalboard Behringer PB1000.

Caratteristiche

Comprai la Behringer PB1000 ancora 10 anni fa, stanco di dover cablare i miei effetti ogni volta che mi mettevo a suonare. Volevo qualcosa di capiente, resistente, e che una volta messa via così com’era non mi creasse altri problemi.

E’ dotata di una comodissima maniglia, con in più due fori nella parte esterna dove di possono inserire i ganci di una tracolla (non in dotazione) per il trasporto.

Dentro la confezione…

In dotazione viene fornito un cavo frusta per l’alimentazione parallela di 12 pedali, unitamente ai vari cavetti patch per il cablaggio degli effetti tra di loro. Sono economici, ma non per nulla male! In particolare nessuno di loro mi ha mai dato problemi di ronzii vari o contatti che saltano! Well done!

Nella confezione vi è anche l’alimentatore stabilizzato da 9 V e 1,7 A, anch’esso davvero ben fatto! Piccolo (praticissimo) ma potentissimo (con 1,7 A davvero ci potete alimentare il mondo), ha un cavetto abbastanza lungo che consente di pluggarlo in una presa distante dalla pedaliera in modo da non generare alcun rientro della frequenza della rete nel segnale. Davvero, disturbi zero!

All’interno sono presenti anche dei divisori interni in spugna, molto resistenti e ben fatti, fissati al fondo con delle viti. In teoria servirebbero ad alloggiare 12 pedali singoli, della dimensione standard, tipo i classici boss. Ok, non li ho mai usati. Tolti subito, svitate le vitine e riposti insieme a loro da parte nel caso (remoto) in cui in un futuro volessi rimontarli. Non fanno per me perchè limitano lo spazio a disposizione, senza si possono mettere ben più di 12 pedali. Inoltre non tutti gli effetti hanno la misura standard (vedi in foto ad esempio…).

Solidali alla pedalboard ci sono le connessioni per il cavo di input e due per i cavi di output. Ecco, se vogliamo trovare il pelo nell’uovo. Una volta svitate e aperte le due scatolette di input e output ho notato che all’interno non sono schermate. La ciliegina sulla torta sarebbe stata trovarle già schermate, un piccolo dettaglio di rilievo. Ma alla fine un po’ di nastro adesivo di alluminio sagomato a dovere e il problema anche per i più maniaci è risolto!

Utilizzo

Posata a terra…

Una volta posata a terra il coperchio (che al suo interno è ricoperto di spugna in modo da impedire il più possibile agli effetti di muoversi, fornendo al contempo una bella protezione agli stessi) si rimuove in un attimo, lasciando la parte sottostante libera.

La canaletta interna di metallo che contiene la frusta di alimentazione degli effetti è divisa in due e entrambe sono rimuovibili, magari per alloggiare un pedale wah o volume. Qui (http://musicanzait.trasferimentiaruba.it/2020/03/16/morley-bad-horsie-wah/) si vede come ci stava un Morley Bad Horsie (wah di dimensioni superiori allo standard) e una zoom G3X, bella ingombrante anche lei, lasciando comunque spazio per molti altri pedalozzi.

Una nota: i due vani di plastica che accolgono i jack di ingresso e uscita, meglio schermarli. Appena collegata dava dei fruscii e del rumore un po’ fastidiosi. Quindi ho aperto i due vani (basta svitare un paio di viti) e ho schermato bene l’interno con del nastro di alluminio adesivo e il problema e’ scomparso.

… e in movimento

La scocca è davvero rigida e protettiva e se avete pedali o altro di un certo valore e volete evitare che magari trasportandoli con l’auto o un furgone o semplicemente che nel trambusto del palco qualcuno ci butti qualcosa sopra o li calpesti, la PB1000 è un guscio protettivo perfetto. Le pedalboard provviste di borsa soft non mi danno la stessa tranquillità, alla fine è la stessa cosa dell’avere un case rigido in ABS per chitarra o una borsa morbida.

Purtroppo la stessa cosa vale anche per il peso… Inevitabilmente risulterà più pesante di una pedaliera provvista di borsa morbida e questo chiaramente se uscite a suonare spesso non è proprio praticissimo. Tuttavia vale la pena precisare anche che è molto più leggera di certi case in legno che ho visto, spesso autocostruiti. E’ la stessa cosa dei case per chitarra anche qui, quelli in ABS saranno una via di mezzo tra quelli in legno tipo Gibson e quelli morbidi.

Ragazzi, è capiente!!! Infatti, un’altra cosa che la penalizza in fatto di peso, che però stavolta non è colpa della Behringer PB1000, è il fatto che vi risulterà pesante semplicemente perchè… la riempirete di pedali!!! Lo spazio c’è, quindi… perchè non riempirlo! E’ come una valigia capiente quando andate in vacanza! Alla fine la sua capienza vi farà venir voglia di riempirla con tutto il vostro ben di dio, fino a quando non la dovete effettivamente sollevare…

Conclusioni

La Behringer PB1000 ha fatto perfettamente al caso mio in tutto questo periodo, al punto che non mi sono davvero mai pentito del mio acquisto, anzi la uso tutt’ora.

E’ praticamente la copia in grande della corrispondente pedaliera della Boss, solo ad un prezzo abbastanza inferiore, almeno quando la comprai io (sui 100 euro circa, più i classici 20 di spedizione da Thomann).

Ora nuova costicchia un po’ di più (Thomann), ma si può comunque trovare usata facilmente su mercatino musicale o reverb.com.

Ne vale la pena? Assolutamente sì, anche non fosse solo come mega magazzino per riporre i propri pedali a casa. E’ stata la mia prima pedaliera e se non ce l’avessi la ricomprerei di nuovo! Anzi, vista la qualità costruttiva nel frattempo mi sono preso pure la sorellina più piccola PB600… fate voi 😉

Pubblicato su musicanza.it il: 31/03/2020.