Un nome, una personalità, inglese, che ha creato degli amplificatori che hanno segnato la storia del rock e del metal, a partire dalla seconda metà del secolo scorso: Jim Marshall.

Tra i vari modelli che ne racchiudono il suono caratteristico troviamo la JTM-45, JMP, Super Lead Plexy, JCM 800, Silver Jubilee, ecc. Testate usate negli anni da artisti del calibro di Slash, Jimmy Page, Eddie Van Halen, Jeff Beck, solo per citare “qualche” chitarrista… Tanta, tanta roba! 😀

Negli anni ’80 la Marshall provò a sostituire le valvole, costose e impegnative da mantenere, con i transistor di tipo mosfet. In teoria, questi avrebbero dovuto produrre un suono analogo, ma senza tutti i problemi causati dalle valvole. Esperimento riuscito? Sì, ma in parte. Il suono di questi circuiti a stato solido è davvero ottimo, seppur non arrivi alla complessità timbrica delle valvole.
In ogni caso, hanno una manutenzione pari a zero e sono molto più leggeri di quelli a valvole. Scusate se è poco!

Letteralmente stregato da quelle piccole bestie che sono i Marshall Lead 12, sia stack che combo, ho deciso di comprare un rarissimo 3310, sempre a mosfet, ma da 100 W!
In teoria, il Marshall 3310 dovrebbe essere la versione formato testata del combo Marshall 5100, da 100 W, prodotto a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.
Beh, posso dire che il Marshall 3310 è letteralmente introvabile, come sono state introvabili le due casse dedicate con cono 1×12″, reperite con molta pazienza separatamente, che lo trasformano in un full stack.

Ma alla fine, tutta questa fatica ne vale la pena? Sì! E’ un ampli eccellente! Ma diverso in qualche modo dai piccoli 12W.
E’ un ampli diverso, in meglio per certi versi: ha sempre il tipico suono Marshall cristallino che nel pulito fa twangare qualsiasi cosa, ma ha anche una corposità e dei bassi sconosciuti ai due fratellini minori.

Caratteristiche

Il marshall 3310 è una testata a doppio canale, pulito e distorto, switchabile tramite un pedale in dotazione. Il pedale comanda anche l’attivazione del riverbero, comune a entrambi i canali.

Il canale pulito ha la regolazione dell’equalizzazione a tre bande, i classici bass, middle e treble, unitamente a una regolazione di volume (che fa la funzione di un preamp, a mio parere)
Il canale distorto, invece, ha solo la regolazione del tono, del volume e del gain, ma niente equalizzatore a tre vie.
Comune ad entrambi i canali è il riverbero e una regolazione del volume (che agisce come un master).

A differenza dei classici Marshall, l’ingresso è unico, al posto del comune doppio ingresso High e Low.
Sul retro sono presenti un send e un return, un lineout con regolazione del volume, e l’uscita per le due casse, che montano coni Celestion G12T-75 da 8 ohm.

Suono

E qui viene il bello. Nel senso che il suono è proprio bello!
Ma andiamo con ordine.

Gli amplificatori di Jim Marshall nascono intorno al 1962, il cui primo modello fu la JTM-45 (praticamente uno degli amplificatori più iconici della storia), nato dallo schema del Fender Bassman del 1959, da cui il circuito differisce solo per pochi componenti. Un esempio erano le valvole, sostituite a causa di problemi di ordine pratico di reperibilità degli elementi stessi più che per scelte progettuali. I coni usati dal Fender Bassman invece erano gli Spense da 10 pollici (da solo 15 watt ciascuno, Fender doveva infatti usarne quattro in parallelo). Marshall scelse di adottare un singolo cono inglese (Celestion) da 12 pollici, inserendolo in una cassa chiusa. La somma di tutte le modifiche effettuate risultarono in un amplificatore dal timbro caratteristico e molto più portato a distorcere rispetto al Bassman originario.

Tuttavia, il suono distorto che si ottiene spingendo un amplificatore Marshall al massimo è solo un aspetto di questi ampli. Quello che molti non sanno è che gli ampli Marshall hanno anche un pulito spettacolare, secondo me migliore addirittura di molti Fender. E il pulito del Marshall 3310 è spettacolare!

Partiamo quindi dal canale pulito, che è quello che secondo me merita davvero.
Il suono è grosso, corposo, presente ma mai infangato. Gli alti ci sono tutti e la caratteristica cristallinità dei Marshall che hanno fatto la storia con quel suono che esalta il twang dei pickup single coil, ma anche di alcuni humbucker, è spiccatamente presente nel Marshall 3310!
Davvero, provato con una Stratocaster, una Telecaster e alcune Gibson, il suono riesce ad essere grosso senza essere mai impastato, mantenendo una dinamica e una e un attacco incredibili. Verrebbe da continuare a suonare all’infinito solo per godere di come risponde la chitarra.

Incredibilmente, quando si va a salire sia con il volume del canale pulito sia con il master volume, la testata rimane pulita! Il che potrebbe essere uno svantaggio per alcuni, ma secondo me è un grosso pregio, perchè permette di modellare il suono come si vuole con una catena di effetti esterna, a tutti i volumi.

Ecco, infatti è esattamente così che personalmente uso qualsiasi ampli (o simulazione di ampli in alcuni casi in saletta, come nel caso dello Zoom MS-50G), ovvero, anteponendo al canale pulito la mia intera catena di effetti.

Il Marshall 3310 digerisce benissimo i pedali. Reagisce benissimo sia alle modulazioni che alle distorsioni varie, da quelle più leggere a quelle più pesanti. Come un buon suono pulito dovrebbe essere, quelle caratteristiche di cristallinità e corposità, mantenendo al tempo stesso la chiarezza delle singole note, rimangono. Ovviamente, se la base è buona è più facile che anche il risultato finale lo sia… E qui si parte da una base ottima, a mio avviso.

Il canale distorto, invece, non mi ha impressionato. Non è male, capiamoci, ma non mi da quell’effetto wow che mi ha dato il pulito. Non ha la stessa dinamica, nè la stesa botta. Probabilmente va anche considerato la distorsione è un fattore di gusto molto personale. Attualmente, preferisco di gran lunga le distorsioni che riesco a ottenere con i miei pedali singoli passanti per (l’eccellente) canale pulito piuttosto di quella che esce direttamente dal canale distorto del Marshall 3310.

Resta da dire del riverbero, a molla. Anche qui va molto a gusto personale. Personalmente non uso riverbero, ma solamente un pò di delay con una coda tale da fare le veci di un riverbero. Anche qui, le modulazioni che riesco a ottenere dal mio Zoom MS-50G sono molto più belle, a mio gusto personale, del riverbero del Marshall 3310. Che pertanto rimane spento.

Un’ultima nota di merito va alla potenza finale. In teoria, il Marshall 3310 dovrebbe erogare 100 W di potenza. Il mio fido tecnico Paolo Mazza, di Padova, che ha rimesso a nuovo questa spettacolare testata, mi ha riferito di aver fatto alcune prove con dei carichi appositi e che tuttavia in realtà è riuscito a tirarne fuori solamente 50!

Johan Segeborn è un vero appassionato di Marshall a mosfet, e ha fatto diversi video su youtube. In questo presenta il Marshall 5100, che di fatto è la versione combo a cono singolo da 12″ del Marshall 3310:

Conclusioni

Il Marshall 3310 è un ampli straordinario, soprattutto se alla testata 3310 abbinate anche le due casse 1931a e 1931b.😀
Il suono che ne esce è da Marshall grosso ma sempre cristallino, con una riserva di pulito fantastica anche a volumi dove un Marshall di solito non dovrebbe averne.
Il riverbero e il canale distorto non mi hanno fatto impazzire, ma non me ne preoccupo, antepongo i miei effetti al canale pulito ottenendo un suono incredibile.

Usato è praticamente introvabile, ma con molta perseveranza ci si può riuscire. Cercando sia su mercatino musicale che su subito.it o reverb.com alcune occasioni si trovano.
Non pensate di trovare la testata subito correlata con le sue casse, probabilmente le dovrete cercare a parte, come ho fatto io, ma ne vale la pena, fidatevi, anche solo esteticamente!

Pubblicato su musicanza.it il: 18/12/2021.