Quando per la prima volta ho provato il Marshall Lead 12 mini stack e ho scoperto il fantastico suono, da vero Marshall, che ne usciva, ho capito che gli amplificatori a mosfet di Jim Marshall degli anni 80 hanno davvero qualcosa di speciale. Un qualcosa che davvero merita non solo il layout con cui sono costruiti, tutto a ricordare il fratellone JCM 800, ma anche e soprattutto il nome glorioso stampato sopra!

Quindi, come G.A.S. comanda, non potevo certo fermarmi lì! Effettivamente 12 W sono ottimi in casa, ma volevo qualcosa di più potente, e allora ho comprato il Marshall 3310, abbinandolo alle sue casse 1931a e 1931b. E poi… il Marshall 3210, o anche Lead 100, dove il 100 sta per la potenza: 100 W.

In pratica cercavo lo stesso suono, solo, con 100 W di potenza. Risultato ottenuto? Ni, nel senso: fantastico suono Marshall come volevo, ma diverso dagli altri due.

Caratteristiche

Il Marshall 3210 è una testata a mosfet prodotta negli anni 80, caratterizzata da due canali (uno pulito e uno distorto), un master volume e un master riverbero. Il canale pulito ha la classica equalizzazione, con regolazioni per alti, medi e bassi, e la regolazione del volume (che funziona pressappoco come un preamp). Il canale distorto ha solo le regolazioni per tono, volume e gain.

Ma ecco che qui ci sono due differenze sostanziali tra il Marshall 3210 e gli altri amplificatori a mosfet della stessa serie, o, per quello che ne so, rispetto anche a qualsiasi altro amplificatore. Innanzitutto il potenziometro del gain del canale distorto è di tipo push-pull, che serve ad azionare un boost di potenza. La seconda differenza è che, in assenza del pedale footswitch (che comanda sia l’attivazione del riverbero sia il passaggio dal canale pulito al distorto, e viceversa) inserito, i canali pulito e distorto si miscelano!

Se non volete fare in modo che i due canali si miscelino e non avete il pedale footswitch, è sufficiente inserire un jack nell’ingresso di quello del pedale senza inserirlo del tutto: inserendolo del tutto infatti si attiva il canale distorto, altrimenti, se messo a mezza corsa, il canale pulito.

Sul retro abbiamo l’immancabile send e return, un line out con tanto di regolazione del livello di uscita, e le uscite per due casse da 4/16 Ohm.

La cassa è una Marshall 1965a, svasata, con 4 coni Celestion G10L-35, che secondo me è ottima. Innanzitutto è estremamente leggera rispetto alla mia Marhsall 1960a 4×12, ma ha anche un bel tiro sui medi che aiuta sempre.

Suono

Ecco al punto fondamentale: come suona il Marshall Lead 100?

Il canale pulito è fantastico, cristallino, con un attacco devastante. Il suono è chiaro, se comparato con il Marshall 3310, che invece è molto più ricco di basse. Ma attenzione, non vuol dire ch sia fino o povero, è un suono davvero massiccio, solo molto ricco di alti e squillante. In questo ricorda più il Marshall Lead 12 3005 stack. E’ un suono perfetto per quei puliti Marshall cristallini che fanno twangare una chitarra con i single coil, ma anche alcune Gibson.

Mettegli davanti dei pedali per creare un suono distorto e avrete davvero un amplificatore di ottimo livello. Mangia i pedali benissimo e potete davvero ottenere qualsiasi suono cerchiate. La sua cristallinità e la sua dinamica permettono di valorizzare qualsiasi effetto gli mettiate in ingresso.

D’altro canto il canale pulito è un tratto distintivo dei veri Marhsall, seppur molto spesso sottovalutato: ma davvero pensate di poter usare 100 W di testata di quelle valvolari blasonate tipo JCM 800 (monocanale) a volumi tali da poterle far distorcere, a meno che non siate in uno stadio (o non abbiate un master volume, ma anche lì sempre dei limiti ci sono…)?

Il canale distorto non è male, ma non mi fa impazzire. Ha un bel suono e non dico non meriterebbe di essere usato, ma quando lo confronto con gli effetti che ho (tipo l’SL Drive della Xotic) obiettivamente non c’è paragone. Se usate effetti, non necessariamente costosi, di buon livello, secondo me non vale la pensa usare il canale distorto dell’amplificatore, semplicemente perchè, non è all’altezza.

Stessa cosa vale per il riverbero. Nella mia pedaliera uso una Zoom MS-50G, che sicuramente non eccelle per i suoni distorti, ma che per le modulazioni è fantastica. E programmabile.

Un unico appunto va al volume. Spinge davvero fortissimo: tenere il Marshall 3210 a volumi d’appartamento non è per nulla banale, appena alzate leggermente il master volume o quello del singolo canale, avete una botta di potenza incredibile. Ma difatti 100 W non sono una cosa da poco.

Per avere un’idea del suono, sia pulito che distorto, potete dare un’occhiata a questo video (e vi sfido a dire che il canale pulito non suona divinamente):

Altrimenti vi sono i video di Johan Segeborn, un vero appassionato di Marshall a mosfet. In questo presenta il Marshall 5100 100W: 

Conclusioni

Il Marshall 3210 (o lead 100) con la sua cassa 1965a è praticamente la riproduzione a mosfet, con dimensioni leggermente ridotte, di un Marshall JCM 800.

Due canali, uno pulito, cristallino, estremamente dinamico e perfetto per fare twangare qualsiasi chitarra, che mangia benissimo i pedali in ingresso, e un canale distorto.

La sua cassa Marshall 1965a è perfetta in abbinamento alla testata Marshall 3210, e nell’insieme come amplificatore da sala è perfetto, e da camera anche (seppur ha un gran bel volume).

Usato (nuovo ovviamente non lo fanno più) lo comprai usato per 400 euro, insieme alla cassa abbinata, ma è possibile comprare sia la testata che la cassa separatamente. Non se ne trovano tantissimi, ma comunque in giro in vendita ce ne sono. Su mercatino musicale si trovano alcune occasioni.

Quindi, ne vale la pena? Per me assolutamente sì, soprattutto se non avete un budget enorme ma volete un ottimo suono da portarvi in giro senza spaccarvi la schiena, ma con tutto l’appeal estetico di una JCM 800 con la sua cassa, a un peso molto inferiore e senza tutta la manutenzione che un vero ampli valvolare richiede.

Pubblicato su musicanza.it il: 11/04/2022.